Quasi cow-boy siderali ora stoppano i loro cavalli di metallo sui sampietrini che emanano calore ai loro piedi e abbandonano l’arcione per una brevissima sosta ristoratrice. E’ quasi mezzogiorno di una giornata che strangola per il caldo, la più calda da due secoli a questa parte come inzipillano insopportabilmente i mezzibusti dei TG nazionali, quando arriva un rombo di tuono dalla montagna; piomba giù inarrestabile e clamoroso dal Montano. No, non è un improvviso temporale estivo, ma… loro. Sono i nero-cuoiati “neopredoni” della Val di Comino, i centauri dell’Associazione Sportiva Moto Club “Le Aquile” di Cassino impegnati nella loro “III Passeggiata Motociclistica”. La gente ai bar dell’alta Piazzetta di Picinisco, stupendo belvedere sulla Valle sottostante, abbandona il rito domenicale degli aperitivi e si assiepa, come calamitata, ad accoglierli. C’è anche il sindaco Giancarlo Ferrera e qualche brillante assessore calvo ad incuriosirsi. E ci sono gran belle… signore, moto dai nomi altisonanti, dalle mitiche davison alle ducati, dalle honda alle storiche gilera, insomma tutto un campionario importante di due-…cinque ruote, per lo più di grossa cilindrata. Sì, perchè c’è, anche, un cinque ruote, un antico sidecar. Loro i centauri, quasi cow-boy siderali ora stoppano i loro cavalli di metallo sui sampietrini che emanano calore non gradito ai loro piedi e abbandonano l’arcione per una brevissima sosta alla ospitale Bodeguida. Ma, eccoli, quasi subito pronti a riprendere poi, con la benedizione del sindaco, la loro programmata cavalcata verso le altre mete. Si dirigeranno, forse per il pranzo, a S.Biagio Saracinisco (*), l’originale paesello appollaiato su un cucuzzolo montano, dentro i confini antichi dell’Abbazia di Monte Cassino, villaggio che sorse oltre mille anni fa per raccogliere tutti i superstiti dei temibili saraceni appena sconfitti nella decisiva battaglia alla foce del Garigliano. La battaglia, con le forze cristiane dirette personalmente da Papa Giovanni X, venne combattuta nel 915 tra l’esercito della Lega cristiana e i Saraceni e la vittoria, per nostra fortuna, segnò la fine dell’espansione musulmana nella Penisola italiana.
Fosse stato l’opposto, per lo strapotere della scimitarra (**) saremmo oggi, pensate, tutti convertiti da un bel pò a mussulmani, convinti o meno, con una moschea al posto della chiesa di S.Lorenzo o chissà che…
Picin-isco, S.Biagio Saracin-isco, Rosan-isco: tanti ripetuti suffissi di caratterizzazione di un’isola toponomastica auto-glotta… Questi centauri propongono annualmente a loro modo intelligentemente, a se stessi e agli altri, le bellezze naturali della Valle, dalle alture splendide di Prati di Mezzo e Forca d’Acero agli antichi Borghi di pietra resi ormai inanimati da un’emorragica emigrazione all’estero. Rincontrerò ancora questo branco allo stato brado, w la loro anarchica libertà, il pomeriggio sulla strada del mio ritorno a Latina.
(*) Mentre la vicina, importante Abbazia di San Vincenzo al Volturno, in Molise, era stata presa e distrutta con l’incendio proprio dai saraceni;
(**) Non in modo dissimile avveniva, però, a quei tempi anche la conversione in massa al cristianesimo. Il re che vinceva in battaglia aveva il diritto di imporre agli altri la sua religione.