1st Ago, 2007

Un assessore piciniscano allo Sviluppo economico del Lazio

Claudio Mancini nominato allo strategico assessorato dello Sviluppo economico, Ricerca, Innovazione e Turismo al posto del formiano Raffaele Ranucci in rampa di lancio come amministratore delegato di Trambus. Diessino, romano di chiare e storiche origini piciniscane (Picinisco, Frosinone, il paese montano della “veduta aerea” sulla Val di Comino) Claudio Mancini è stato nominato ieri da Piero Marrazzo, nell’ambito di un’operazione di assestamento degli equilibri politici, all’Assessorato allo Sviluppo economico, alla Ricerca, Innovazione e Turismo.
«Oggi per la nostra squadra di governo è un giorno di cambiamento, nel segno della continuità e della compattezza di un gruppo che fino a oggi ha dato una buona prova di sé».
Con queste espressioni il presidente Marrazzo ha accolto ieri l’ingresso in giunta di Claudio Mancini all’assessorato allo Sviluppo economico, Ricerca, Innovazione e Turismo, in avvicendamento al formiano Raffaele Ranucci; mentre Franco Dalia dei DL è andato ai Trasporti al posto di Fabio Ciani. «Si tratta di due politici e amministratori di provata esperienza», ha aggiunto il presidente della Regione Lazio, «ed è un bel segnale che abbiano accettato di mettere le proprie qualità a disposizione della Regione». Soddisfazione è stata manifestata da tutti i capi-gruppo della maggioranza e, particolarmente, dagli esponenti del formato gruppo unico dell’Ulivo verso il Partito Democratico, cui si è aggiunta anche quella del neopresidente del Consiglio regionale, il diellino Milana.
Il nostro Claudio Mancini, cui il paese di Picinisco e la Val di Comino a conoscenza delle sue qualità e del suo impegno politico indirizzano compiaciuti le loro sentite congratulazioni per il nuovo incarico ricevuto nell’interesse della collettività, nelle ultime elezioni regionali (VIII Legislatura) era stato eletto al Consiglio con più di 16mila voti… Naturalmente i piciniscani gli saranno grati un giorno se, dal suo nuovo ruolo assessorile, sarà venuta una mano a sollevare qualcuna delle mortificazioni che sembrano affliggere, più che culturalmente, economicamente il suo paese (dal progetto di nuova valorizzazione del pecorino e della filiera del latte e dal tentato rilancio dell’antico vino bianco “Maturàno” al ripristino alberghiero del Diana Park Hotel, già proprietà di famiglia, all’acquisizione al patrimonio pubblico del restaurando palazzo settecentesco del castello ex-Bartolomucci). La pastorale, l’agricola e la turistica sono le tre eccellenti vocazioni di questo piccolo mondo antico che meritano sicuramente di essere implementate dalla politica se si vuole evitare il fuggi-fuggi o, meglio, l’inarrestabile divallare dei giovani verso altri più attraenti e rimunerativi siti d’Italia, se non della Scozia o dell’Inghilterra perpetuando una tradizione che è iniziata quasi 150 anni. Ma questo Claudio Mancini lo sa già!

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