E, in concomitanza il 9 e 10 agosto, ritorna a Picinisco in Val di Comino il rinomato “Pastorizia in Festival 2008”
Ricorrono 1750 anni dal martirio di San Lorenzo, il primo dei sette diaconi della chiesa romana di papa Sisto, arso vivo dalle milizie dell’imperatore Valeriano il 10 agosto del 258 durante una fase particolarmente recrudescente di persecuzione. Molti cristiani ne onorano ancora oggi lo spirito di carità verso i poveri (“Ecco la ricchezza della Chiesa!” rispose lui indicandoli ad un prefetto di Roma che gli aveva ordinato di consegnare tutte le ricchezze prima di condannarlo) e l’indissolubile attaccamento alla fede fino al martoriale sacrificio assumendone il nome alla fonte battesimale, molte chiese gli sono dedicate. La tradizione vuole che i suoi miseri resti siano stati poi raccolti come reliquie per la devozione popolare. Un’ampolla con il sangue si vuole esser giunta, non si sa storicamente come, fino ad Amaseno (FR) dove ancora oggi è custodita e venerata nella collegiata cistercense di Santa Maria. Ogni dieci di agosto il grumo di sostanza scura si liquefa, come per un incomprensibile prodigio, nella teca vitrea per lo sbigottimento dei presenti. E come analogamente a Napoli per S.Gennaro di fronte a quelle misteriose gocce rosse rubino c’è chi subito grida al rinnovato miracolo e chi dissente. La scienza di fronte a queste magiche alchimie medievali, ormai chimicamente spiegate nel loro processo anche ultimamente dall’Università di Pavia, invita le menti degli uomini all’intelligenza critica. Ma la credenza (o meglio la confinante credulità) ancora ai nostri tempi continua ad affascinare e a suggestionare, non si sa bene perchè, sempre più della scienza. Ne è prova quanto accaduto in questi ultimi decenni nella vicina Gallinaro. Un pezzetto di ossa, reliquia, sembra esser giunto nei secoli anche a Picinisco di cui il diacono martire è patrono. Se si facesse oggi un sostenibile test del dna di tutte le ossa e dei vari reperti a lui attribuiti si potrebbe, chissà, scoprire con scientificità la loro origine, almeno per analisi comparativa nell’unicità della loro provenienza e questo per scongiurare quel tremendo sospetto di truffe, di mistificazione delle coscienze e di commerci interessati che pure sono esistiti numerosi non soltanto nei secoli del medioevo ma ogni qual volta ancor oggi si insinui il bisogno del ricorso a qualcosa di straordinario per ravvivare una fede che qua e là sembra scivolare verso una deriva. E comunque si va a celebrare, anche in questo piccolo e stupendo paese bianco della verde alta Valle di Comino, un Giubileo straordinario. Lo ha concesso il Santo Padre Benedetto XVI, in data 11 luglio scorso, con un Rescritto della Penitenziaria Apostolica. Il testo sarà solennemente letto ai fedeli sabato prossimo nella chiesa fuori porta di San Rocco da S.Ecce.za mons. Luca Brandolini, ordinario diocesano di Sora-Aquino-Pontecorvo. Una processione attraverso Piazza E.Capocci e la Via Maggiore ricondurrà fin su alla chiesa matrice l’impressionante seicentesca statua lignea del santo appena restaurata (l’anno scorso ciò era avvenuto per la pala del santo sull’altare maggiore) e già andata in una lunga “peregrinatio” guidata da don Antonio Molle per le strade più lontane e sperdute delle frazioni del vasto territorio comunale. E mentre nelle dolci sere si spostava a braccia da una casa all’altra il popolo dei fedeli cantava testualmente come ieri alle 21 in Via S.Croce sopra casa mia:“… La fiamma che in te vincere / seppe cocenti ardori / della crudel graticola, / avvampi i nostri cuori” (bis)…
Nella principale Chiesa di San Lorenzo l’apertura ufficiale del XXXV Giubileo avverrà con la celebrazione dei primi vespri. Il Giubileo straordinario concesso all’insigne Collegiata Abbaziale e antica Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo di Picinisco durerà un anno, esattamente dal 9 agosto 2008 al 10 agosto 2009, potendosi lucrare l’indulgenza plenaria alle particolari previste condizioni.
Un breve excursus ci viene a ricordare che fu un Caetani di famiglia originaria proprio della Ciociaria, il grande papa Bonifacio VIII, a proclamare il 22 febbraio 1300, con la bolla “Antiquorum Habet Fidem”, il primo giubileo della storia, concedendo indulgenza plenaria ai fedeli che, oltre ad aver compiuto determinati atti di pietà, nel corso dell’anno avessero visitato le basiliche di San Pietro e San Paolo. E il più noto cronista del tempo, il fiorentino Giovanni Villani, raccontò di oltre duecentomila pellegrini, anche molto illustri, giunti a Roma, tra cui Dante e Giotto cui alcuni critici attribuiscono l’affresco di Bonifacio VIII che indice il giubileo in San Giovanni in Laterano. Per chi non lo sapesse l’indulgenza postula dinanzi a Dio la remissione totale o parziale dei peccati della persona, viva o defunta, concessa, come forma straordinaria di intercessione, dall’autorità ecclesiastica.
Ma fu solo nel XII secolo che la riflessione teologica, che poi sboccherà nell’indizione di Bonifacio VIII, si concentrò sulla questione delle indulgenze, trovando non di rado qualche opposizione interna alla sua pratica. La concessione delle indulgenze divenne nel frattempo prerogativa del papa. Nel corso del Medioevo e in età umanistica si verificarono, però, alcuni abusi nella concessione con benefici spirituali che si potevano ottenere automaticamente dietro generose donazioni in denaro, vendita delle indulgenze che spinse Martin Lutero a spezzare i legami con la gerarchia cattolica, innescando la ben nota Riforma protestante.
Dopo il Concilio Vaticano II una riforma del 1967, intervenuta a semplificare la pratica di concessione, è andata però a limitare le occasioni in cui è possibile ottenere indulgenze. Domenica 10 agosto 2008 il solenne pontificale sarà presieduto a Picinisco dal card. Franc Rodé prefetto della “Congregazione per gli Istituti di vita consacrata” che le autorità comunali, in testa il sindaco Giancarlo Ferrera e il vicesindaco Riccardo Mancini, accoglieranno con grande ufficialità. Sarà letta l’antifona:“Levita martyr inclite, / tu nos precantes subleva. / Tu redde nobis pervia aulae / supernae limina”. L’assemblea supportata dalla corale laurentina eleverà fino al terso cielo de La Meta, vetta delle Mainarde, i suoi spirituali inni. Qui non si prevedono miracoli ma, sicuramente, una straordinaria affluenza di fedeli e di curiosi richiamati anche dalla concomitante VII edizione del “Pastorizia in Festival” che si gioca sonoramente sulla piazzetta sotto una volta di scoppiettanti Perseidi. E per il popolo la gratificante pioggia meteorica altro non è che le “Lacrime di San Lorenzo” o per gli innamorati stelle cadenti che permettono di esprimere nel segreto del cuore un desiderio destinato a verificarsi. © – Sergio Andreatta
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