20th Lug, 2006

Picinisco. Melfa inquinato

Melfa inquinato

 Moria di centinaia di trote

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Episodi ripetuti. Indagini dei Carabinieri, dell’ASL e dell’ARPA.

 Varie ipotesi al vaglio degli inquirenti.

 

Una grave moria di trote si è registrata su quelle che da sempre erano considerate le più chiare, dolci e fresche acque della Val di Comino e non solo.

Suggestive, poetiche, già prime delle aspre Gole; potabilissime!

Un grave delitto ambientale nel tratto di fiume che scorre, in territorio di Picinisco, tra Borgo Castellone e Mole Di Vito prima di Rosanisco di Atina.

Secondo le prime indagini dei Carabinieri la causa sarebbe da attribuire al versamento nell’alveo del fiume di varechina (ipoclorito di sodio) in quantità tale da contaminare le acque e tramortire i pesci, catturarli più facilmente in modo subdolo e illegale, se non criminoso, forse per consumarli e, magari, commercializzarli per le tavole dei numerosi ristoranti della zona.

E così qualcuno parla anche, ma improbabilmente, di faide tra circoli di pescatori, mentre gli ambientalisti, molto determinati, mettono l’accento sul degrado degli ultimi tempi e sul progetto di cementificazione delle sponde e un assessore della Valle, che preferisce mantenere l’anonimato, non esclude del tutto la possibilità di fuoriuscita di sostanze venefiche dallo stabilimento.

Ma pare che, per l’aspetto della commestibilità del pescato, a tutela e garanzia della salute pubblica, anche il N.A.S. si stia muovendo.

A confermare l’intenzione fraudolenta di uno o più soggetti associati ci sarebbe, però, il rinvenimento di una rete di sbarramento posta di traverso su un’ansa del fiumicello per catturare, con l’inganno, questi pesci ossei, con livrea dai colori variabili ma tendente al grigiastro e, qui, dalle carni rinomatamente pregiate.

Un bruttissimo biglietto da visita in apertura della stagione turistica estiva che vede giungere nei paesini della Valle, fino a ripopolarli di nuova vita, tantissimi inglesi, francesi, belgi e canadesi.

Emigranti, figli e nipoti di emigranti di ritorno al paesello delle loro radici ma anche altri attratti, fino a lasciarsi incantare, dalle bellezze di un paesaggio unico, non a caso tutelato, anche sul versante laziale, dal P.N.A.L.M.

Nei pressi della zona inquinata, indagata, studiata dall’ARPA, l’Agenzia regionale di protezione ambientale, sorge dal 1959 lo stabilimento della Zage s.r.l., un impianto elettrochimico per la produzione di cloro, soda caustica, ipoclorito di sodio e acido cloridrico da cui escono anche le sostanze chimiche necessarie per la clorazione alla fonte dell’Acquedotto degli Aurunci.

 

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Purtroppo è già capitato, specie d’estate, che l’acqua potabile uscisse dai rubinetti di Picinisco con un forte odore, eccessivo, di varechina, specie alla prima apertura del mattino per cui si chiede al Sindaco, dr. Giancarlo Ferrera, nella sua qualità di primo tutore della salute pubblica della Comunità di monitorare il fenomeno e di accertare il rispetto nella pratica dei dosaggi.

Curiosità ma anche legittimo allarme, intanto, tra i pescatori a canna, sportivi della domenica, di Rosanisco e Ponte Melfa, anche in attesa di un concorso di pesca, e soprattutto preoccupazione, tra i clienti dei numerosi ristoranti della Valle grandi consumatori delle prelibate trote locali.

Nella Val di Comino, dove sorgono importanti Santuari, convergono molti pellegrini, soprattutto, verso l’antico Santuario della Madonna del Canneto (volsco-sannitico alla dea Mefiti, romano, cristiano), peraltro a monte; mentre molti aficionados della signora Giuseppina Norcia, anche cinquemila al giorno, affluiscono in continuità al Gesù Bambino di Gallinaro, terminando il loro tour nei ristoranti di Ponte Melfa, proprio a valle della zona contaminata, ove si serve la ben nota trota.

La salute pubblica esige, quindi, ogni più rigoroso controllo del territorio e della qualità delle acque dolci, magari anche dopo l’individuazione del responsabile del gesto inconsulto con la speranza che questa azione di dissuasione possa inibire il ripetersi di analoghi episodi.

© – Sergio Andreatta

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