21st Gen, 2006

Writer a Latina (III)

Writer a Latina (III/III)

Fermiamo il vandalismo! Intervista a Radio 24.

 

Graffitismo (writing) e bullismo sono fenomeni giovanili diversi ma che parlano, comunque, una grammatica comportamentale comune per certi aspetti: in entrambi si può ravvisare il desiderio di esistere e di apparire agli altri in un certo modo. Sul bullismo, tema emergente e sul quale sono stato appena intervistato da Radio 24 (da Elisabetta Fusconi, Milano) nella mia qualità di psicopedagogista circa l’abbassamento della soglia di punibilità nei minori, ho scritto ultimamente su Telefree.it, e non solo, una serie di tre articoli dal titolo: “Attenti a quei bulli I, II, III” dopo essermene occupato in altre sedi dalla scuola ai dibattiti televisivi, in un convegno molti anni fa e in seno al Rotary. Sul graffitismo, neanche sempre omogeneo, dei writers non c’è muro di cinta, parete di casa, colonna, portico del centro, recinzione di stadio o di una scuola, non c’è fontana, panchina o monumento che non porti impresso a Latina il loro messaggio o la loro firma.Questi “liberi artisti” coltivano le loro disposizioni creative cominciando, qualche anno fa, con il muro perimetrale dell’Oratorio San Marco, Campo Cos…Tra i posti di più intensa e concentrata comunicazione dei writer, quasi loro significativo luogo simbolico, c’è la zona del Palacultura con i muri variamente decorati. Un altro luogo altamente simbolico per tutti ma anche per la creatività dei graffitari, in realtà per lo più deturpante e annunciatrice di degrado, è la zona dei portici dell’Intendenza di Finanza nei pressi di Piazza del Popolo. E qualcuno si preoccupa per i monumenti, anche quelli più rappresentativi. Scritte e comunicati nei contenuti “politically correct”? Mica tanto.I messaggi appaiono certamente liberi, creativi ma graffianti… e c’è anche chi si firma, ma in maniera criptica, e manda segnali…Segna e segnala, un po’ come il gatto che marca il suo territorio con l’urina per affermare alla popolazione gattesca che non ammette intromissioni di sorta e questi è: “Wop 71″ volendo, forse, dire:”Questo è il territorio dei miei affari”. “Quali, per strada?” finge di dirmi, sornione, un funzionario di polizia.“Quali?” gli chiedo.“A ciascuno la sua droga!…”“A ciascuno la sua espressione e la sua creatività, possibilmente senza droga!” replico io.Sui dazebao cittadini non mancano gli insulti e le offese salaci, ma anche le scritte d’amore appassionato come quella “Principessa o fiorellino, ti amo” che timbra ripetutamente i muri per vie, non del centro urbano, ma di Borgo Montello e di Le Ferriere, quasi ad accompagnarla nei suoi giornalieri passaggi in corriera al ritorno da scuola. Già, perché il contaminante fenomeno nella Città “a pianta radiale” non è solo centrale ma si irradia anche ai suoi Borghi. Ci sono dei gruppi giovanili, non necessariamente baby-gang, che si incontrano sempre su un luogo “base e parte” del loro status di clan e questo luogo, piazzetta, portico o panchina, è così marchiato con il loro riconoscibile “logo”.C’è un mio amico fotografo che va da tempo alla ricerca del meglio di queste scritte con l’idea di farne un libro. E i writer non risparmiano neanche Dio (“Cristo, salvezza!”, “Cristo vince!”, ma anche in modo irriverente e blasfemo) o il papa con “Ratzinger, uno di noi” letta in Via Aspromonte o altri politici locali ma il genere vede in Berlusconi, del… “Piove, governo ladro!”, uno dei bersagli preferiti.Non mancano le nobili battaglie contro la pena di morte, ma anche qualche espressione di insofferenza contro gli extracomunitari e di liberalizzazione delle droghe.E dovunque un ambiguo “71 LTV”…Ognuno sembra trovare spazi per i suoi manifesti e i messaggi sono tante pulsioni più che espressioni meditate e razionali.Scrissi un saggetto, anni fa, per la rivista del Rotary che aveva lanciato nelle scuole il concorso “Fermiamo il Vandalismo”.Il Rotary si sentiva particolarmente colpito dal deturpamento della meridiana offerta alla città e posta al Parco San Marco. Quel concorso fu vinto, allora, dagli studenti della SMS Giulio Cesare di Sabaudia, città dove pure esiste il fenomeno, autori di un CD-ROM dallo stesso titolo.In quell’articolo cercavo di capire e far capire le motivazioni che stavano alla base di tale comportamento. Gli adolescenti hanno bisogno di esprimere in qualche forma il loro modo di essere, di apparire e di esistere… E, forse, noi non siamo capaci di ascoltarli, di vederli e allora si inventano questo schema alternativo di comunicazione nell’indifferenza familiare che uccide o nella tensione…Ma le quinte del contesto familiare e sociale che con la loro permissività accrescono il senso di mancanza di educazione e precarizzano il senso di autoresponsabilità nel non adottare, quando serve, alcuna misura repressiva (in questo senso si attualizza il dibattito su Radio 24 sulla punibilità dei genitori o l’abbassamento della soglia di punibilità negli stessi minori), inducono allo sbandamento, ai riti degli pseudogruppi. Cercavo anche di indicare qualche possibile via di soluzione.Ma non era e non è facile.E questo fenomeno, come osservo, si è, nel frattempo, andato radicando e diffondendo tanto da sembrare comune e inopponibile e non tanto tipico di una pura evasione cercata o della sola nostra città pontina più di altre.Misure educative, preventive, repressive con la revedibilità del codice, rieducative, video-sorveglianza e così via…: cosa si può fare?Ormai gli amministratori locali e di condominio, in pratica, non fanno altro che sverniciare di continuo, ma l’operazione costa e, pare, inquini; che passare altri frettolosi strati di vernice o tempera in sovrapposizione sugli intonaci, sui travertini spesso col risultato di rendere ancora più evidente l’imbrattamento degli edifici e l’imbarbarimento degli effetti cromatici.Se questa è arte! (Ma lo è? Se lo fosse si potrebbe lanciare un concorso pubblico per colorare qualche… grigia cattedrale o capannone abbandonato frutto del deserto di una politica industriale anni ’70).Accennavo, allora, alla possibilità di aumentare gli spazi espositivi cercando, così, di allontanare le scritte almeno dai luoghi-simbolo come si è fatto con i tordi cercando di allontanarli dal centro cittadino inducendo in loro gli effetti delle grida di paura.Riuscita dubbia per i tordi che continuano a volteggiare nei loro ghirigori, specie serali, e per gli… avvocati che arrivano o escono dal tribunale con i cappotti trapuntati dai volatili lanci di guano.Da educatore e semiologo dentro a segni e significati reconditi, proiettato nei fatti concreti di questa mania scritturale e di certi evidenti fenomeni di bullismo, mi sembrerebbe a volte di parlare a vanvera.Perché non basta più, ormai, solo comprendere…

Sergio Andreatta,© 20 .01.2006, (III/III)  

Lascia un Commento

Devi essere loggato per lasciare un Commento.

Categorie