23rd Set, 2008

Sergio Andreatta, Un pericolo le letture fasciste della storia

       

Repubblica di Salò. Sergio Andreatta fu fucilato dai nazifascisti a Sandrigo il 27 maggio 1945, insieme ad altri compagni partigiani. Aveva tentato di recuperare il tesoro rastrellato nella sinagoga di Firenze e di restituire così agli ebrei la dignità rubata. Quel suo ultimo grido di “Viva, l’Italia! Viva, la libertà!” davanti agli spari assassini…

Le letture fasciste della storia.

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Se perde il suo carattere di disciplina e di scienza può capitare che alla storia sia riservato il triste destino della giovane rumena condotta a prostituirsi in Via Palmiro Togliatti a Roma o al Canale Mussolini di Latina (e cito non a caso nomi emblematici per le due diverse sponde ideologico-antagoniste per la simmetria di metodo nell’interpretazione dei fatti). Sono portato a questa affermazione estrema da quanto accaduto ultimamente in Italia e segnatamente da due vicende che si è tentato di rivalutare ed interpretare secondo proprie arbitarie categorie di pensiero più che sul fondamento colto diuno sconosciuto relativismo filosofico alla Senòfane (“La verità nessun uomo la conosce, … il massimo traguardo è l’opinione”, VI sec. a.C. “) o alla Gadamer (“La verità non esiste, esiste solo l’interpretazione”). E non si vuole discutere qui tanto dell’onore sempre tributabile in qualche modo, pure, ai vinti che hanno creduto e sono morti per la bontà della loro causa, quanto dell’interpretazione più giusta da dare ai fatti storici e alla ricerca di un loro inoppugnabile valore, se l’hanno. Una questione di metodo nella verità. Il primo fatto riguarda la Repubblica di Salò, la X Mas di J.V.Borghese,  rivalutata a livello paritario dal ministro della difesa della Repubblica Italiana Ignazio La Russa in occasione dell’anniversario dell’8 settembre 1943, come anche da alcune sorprendenti prese di posizione sul fascismo del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Atti che sono andati ad offuscare gravemente il valore della resistenza e dei partigiani e la coscienza nazionale che era venuta sedimentandosi durante le tre ultime generazioni. Il secondo episodio si riferisce al 20 settembre scorso e alla ricorrenza della presa di Roma attraverso la breccia di Porta Pia. Quest’anno il generale dei Granatieri Antonio Torre (e io che sono stato granatiere di Sardegna, seppure soltanto per il servizio di leva, mi vergogno di lui), all’atto della celebrazione ha inteso leggere soltanto la lista dei nomi degli zuavi morti per difendere la Roma papalina. E il vicesindaco Mauro Cutrufo presente, altra bella storia anche questa!, non ha inteso integrare, rettificare, protestare tra l’esultante giubilo, fuori modo e fuori luogo, degli integralisti di “Militia Christi”. Perchè ciò sia stato possibile, c’ è da chiederselo. Forse per un chiaro limite conoscitivo del vicesindaco? Ogni gesto simbolico, si sa, ha un valore esponenziale e, pertanto, quanto accaduto è significativamente molto grave non soltanto per la storia ma per la coscienza etica della stessa comunità nazionale e per la considerazione antilaica diffusa sullo stato… 

 

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Alle cinque del mattino del 20 settembre 1870 i cannoni del generale Raffaele Cadorna aprivano il fuoco contro le mura di Porta Pia e cinque ore dopo i fanti e i bersaglieri italiani erano già entrati a Roma.  Alle dieci, infatti, era tutto bell’e finito e attorno alla Porta erano rimasti 19 morti e 68 feriti di parte pontificia e 49 morti e 141 feriti di parte italiana. Ai romani poco era interessato, in verità, di morire eroicamente per un’altra Roma e, forse, proprio a quei romani inerti, conservatori e gelosi dei loro piccoli e grandi interessi di bottega intorno alla chiesa si deve far risalire l’odierno vergognoso atteggiamento che si è registrato. Vergognoso perchè ad un politico non può essere concesso di essere il singolare “profeta che guarda all’indietro” come ha scritto Friedrich Schiller. Ma i fatti la storia li deve analizzare e interpretare sempre per quel che valgono oggettivamente senza cercarvi sempre presunte verità che indurrebbero uno storico alla falsificazione, così la presa di Roma  per gli italiani è il compimento di un processo risorgimentale condiviso di Unità cominciato da lontano. Mentre la difesa ad oltranza che è stata fatta della Repubblica di Salò e delle ragioni del nazifascismo non può esser letta che come l’imbattersi in un un macigno colossale sulla via della libertà e della democrazia in Italia. Sennò Sergio Andreatta fucilato dai nazifascisti a Sandrigo il 27 maggio 1945, insieme ad altri compagni partigiani, dopo aver tentato di recuperare il tesoro da loro rastrellato nella sinagoga di Firenze e di restituire così agli ebrei la dignità rubata sarebbe morto invano, come vano  e inascoltato sarebbe destinato a rimanere quel suo ultimo grido di “Viva, l’Italia! Viva, la libertà!” davanti agli spari assassini. E vano sarebbe stato tutto l’impegno del carabiniere, pure mio parente, Francesco Silva (detto Franco) di Vazzola, comandante dei partigiani bianchi del veronese, eroe di due epiche battaglie contro i tedeschi a Macona e a Monteforte d’Alpone  e pure decorato con medaglia al valor militare dal presidente della Repubblica Einaudi nel 1948. Così vano il sacrificio della vita di migliaia di altre persone… Ma perchè, mi domando, si è voluto provocatoriamente far accadere tutto questo? Non può essere soltanto per il piacere di travisare la storia, come pure sempre più frequentemente sembra di vedere per ragioni di parte, nè per il gusto della falsificazione o del folle pensare e dire:”Niente prima della mia ideologia: la storia sono io”?. Ma davvero:“Tutto sbagliato il resto. L’altro è il mio inferno”? Se così fosse staremmo rasentando la follia pura da cui, se non si estraniava, la poltica nel passato se ne stava almeno ben lontana. Questi personaggi in camicia nera di moda, senza una solida cultura storica alle spalle, seppur… arrivati ai vertici per le loro raccattanti spinte votistiche, perchè sono ancora così mal consigliati? Probabilmente impegnati da giovani in esercitazioni campali, più affini alla muscolarità e alla dimostrazione fisica che alla serietà e alla neutralità degli studi, potrebbero aver avuto poco tempo per strutturarsi culturalmente (a differenza di un Gianfranco Fini, mio collega per la laurea in pedagogia, più predispoto quindi alla moderazione cui strategicamente si è pure convertito dopo la sua folgorazione sulla strada di Fiuggi). Ma tant’è hanno, ora, il potere,  inebriante, suggestivo, anche un pò malvagio per tutto quello che conta che, tuttavia, non permette più loro le compensanti pause di studio! E, allora, non resta che abituarsi alle loro sempre più frequenti e… mal-destre defaillances!   Sergio Andreatta

Sul tema dei “valori universali” puoi leggere alcuni miei commenti (anche pubblicati sulla stampa nazionale) in:

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Articolo più commentato:  Al Gesù Bambino di Gallinaro tra fede e superstizione

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Commenti

11 commenti finora su: http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=60699

E’ una tesi, quella del rischio di una dittatura strisciante (evocata da una mail di Yoox, già pubblicata e che mi prega di “riservarla“) che qualcuno ha voluto anche esprimere pubblicamente in TV, ma io non credo perchè anche nella destra (e nel robusto centro che si è associato) esitono uomini di valore e più correnti di pensiero liberali e socialiste di sicura democrazia. E, però, questi e altri episodi devono farci riflettere.

Dottore,
Le ho chiesto di cancellare il mio commento precedente (e La ringrazio di averlo fatto!) nel timore che la mia domanda sull’attualità di un rischio in Italia di dittatura strisciante potesse essere interpretata da qualcuno per una verità apodittica. Era solo un mio dubbio che ho voluto esprimere.

Penso che l’unico valore fondante la nostra comunità nazionale sia la democrazia e LA LIBERTA’, intesa soprattutto come rispetto della libertà altrui, degli altrui pensieri, sentimenti,tendenze religiose, dei tanti valori esistenti. La libertà degli altri a volte ci dispiace, il loro diritto di pensare, fare, comportarsi come vogliono, con l’unico limite del rispetto della altrui libertà. Voltaire diceva “Non sono daccordo con quello che dici ma sono disposto a morire perchè tu possa esprimerlo”. Certo per la storia e la sua interpretazione è diverso ed è necessario che il personaggio politico si confronti e non… bari.

Completo in:
http://www.telefree.it

La Storia è una cosa strana. Ogni tanto capita di leggerne pagine nuove. Pagine che magari qualcuno aveva incollato l’una all’altra perché si leggesse soltanto ciò che era ed è “politically correct”.

Ed è sempre stato così…

Però non manco mai di rispetto ai miei avversari politici .

Sarà che ci si può strutturare culturalmente in maniera differente dalla Sua Signor Andreatta?

La parte sbagliata è quella che ha portato l’Italia alla catastrofe, che ha instaurato una dittatura, che ha soppresso la libertà di stampa, che ha istituito un tribunale speciale per reati politici, che ha “abolito” i sindaci sostituendoli con un Podestà di nomina governativa, che si è alleata con quel”male assoluto” chiamato nazismo.
Per me chi ha fatto tutto questo apparteneva alla parte”sbagliata” e pur volendo non riesco a trovare discrimini o attenuanti che reggano.
Il nazismo è la parte sbagliata, il fascismo che pure lo ha appoggiato è la parte sbagliata.
Chi uccide, tiranneggia e limita le libertà civili è sempre dalla parte sbagliata, nazista o comunista che sia e non è questione di “antifascismo” tout court. Basterebbe mettere da parte una volta tanto, la coperta di Linus delle ideologie per affermarlo con chiarezza e senza tentennamenti.
Davvero in caso contrario, non si avrebbe più alcuna ragione per credere nell’evoluzione della specie umana.

Sarà che ci si può strutturare culturalmente in maniera differente dalla Sua Signor Andreatta?… Ma per carità, non c’è dubbio, Kalckreuth, ma le cose che più mi piace leggere (a differenza di ciò che Lei scrive sul commento di Graziano), e che poi esprimo nella mia soggettività (mi consenta) senza pretesa da “bocca della verità”, sono quelle epresse da Lince. E allora, pure, su quello che si coglie mi indigno!… Ma il davvero importante è (non so ancora per quanto senza diventare autolesionisti) che possiamo ancora esprimerci liberamente.

Non vorrei essere preso a parametro di illustri diverbi. Io ho postato una serie di eventi legati alla Prima Guerra Mondiale di cui ho letto diffusamente in libri di Autori Italiani e qualcuno Estero (per es. Denis Mack Smith, che è noto per la sua acutezza e imparzialità, e anche un paio di libri di autori Austriaci). Secondo me ogni evento storico dovrebbe essere approfondito, ma è alquanto difficile per mancanza di tempo e di effettive possibilità.
A volte mi piace immaginare come sarebbe stata la storia se alcuni eventi non si fossero verificati, ma è ovvio che non si può andare troppo lontano. Se Mussolini non avesse dichiarato guerra il 10 giugno 1940, per esempio, e fosse riuscito a mantenersi neutrale. Probabilmente il suo regime sarebbe durato tanto quello di Franco in Spagna. Con l’unica differenza che alla morte di Franco gli Spagnoli si sono trovati un Re dello spessore morale come Juan Carlos, mentre gli Italiani si sarebbero trovati nella migliore delle ipotesi un anzianissimo Umberto I e nella peggiore un giovane Vittorio Emanuele IV…

Anch’io mi fermo a fantasticare spesso sui se, tanto non costa nulla, e mi lascia tutti gli spazi mentali che voglio. Ho conosciuto personalmente in più di una occasione Denis Mack Smith, l’ho sentito parlare di Mussolini e fascismo anche a Latina in occasione del 50° della fondazione e i suoi giudizi ben argomentati non erano di assoluta negatività fatto salvo le leggi razziali, la dichiarazione di guerra e altre non piccole trascuratezze… es. il trattamento per gli avversari politici. E tuttavia, proprio da Denis, che pure ha scritto molto su Garibaldi, mi piacerebbe risentire ora un giudizio su Porta Pia.

“La verità nessun uomo la conosce, … il massimo traguardo è l’opinione”, Senofane, VI sec. a.C.

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